Entrando a Chichén Itzá, El Castillo (alias la Piramide di Kukulcán) si erge davanti a voi in tutta la sua grandezza. Il primo tempio qui era pre-tolteco, costruito intorno all’800 d.C., ma l’attuale struttura alta 25 metri, costruita sopra quella vecchia, ha il serpente piumato scolpito lungo le scale e guerrieri toltechi rappresentati negli intagli della porta in cima al tempio. Non vedrete le incisioni, tuttavia, poiché la salita alla piramide è stata proibita dopo un incidente mortale nel 2006.
La struttura è in realtà un enorme calendario Maya formato in pietra. Ognuno dei nove livelli di El Castillo è diviso in due da una scala, creando 18 terrazze separate che commemorano i 18 mesi di 20 giorni dell’Anno Vago Maya. Le quattro scale hanno 91 gradini ciascuna; aggiungete la piattaforma superiore e il totale è 365, il numero di giorni dell’anno. Su ogni facciata della piramide ci sono 52 pannelli piatti, che ricordano i 52 anni del giro del calendario maya.
Per finire, durante gli equinozi di primavera e d’autunno, la luce e l’ombra formano una serie di triangoli sul lato della scala nord che imitano lo strisciare di un serpente (notare le teste di serpente scolpite che fiancheggiano il fondo della scala).
La piramide più antica all’interno di El Castillo ha un trono di giaguaro rosso con occhi intarsiati e macchie di giada; inoltre dietro lo schermo si trova un chac-mool (scultura di pietra sacrificale maya). L’ingresso a El Túnel, il passaggio che porta al trono, si trova alla base del lato nord di El Castillo. Non si può entrare, però.
Ricercatori nel 2015 hanno appreso che la piramide molto probabilmente si trova in cima a un cenote profondo 20 metri, che mette la struttura a maggior rischio di crollo.