La storia di “Fiddler”, come ormai tutti sulla Terra dovrebbero sapere, coinvolge il saggio e buon vecchio contadino ebreo Tevye, che vive in una fattoria con sua moglie e i suoi figli, comprese tre figlie in età da matrimonio. Nel corso dell’opera, accadono quattro grandi cose: Le tre figlie si sposano, e gli ebrei sono costretti a lasciare la loro terra da un pogrom.
Ora, “Fiddler” inizia con un inno alla tradizione, e poi le tre figlie procedono a differire dalla tradizione sposando il tipo sbagliato. Invece di aspettare che sia la sensale a sistemarle, la prima sposa un povero sarto, la seconda sposa un marxista e la terza, Dio non voglia, sposa un goy. Sappiamo che questo avverrà molto tempo prima che accada; incontriamo tutti i ragazzi all’inizio, e in qualche modo capiamo da tutti i primi piani di occhi amorevoli che non c’è modo che queste coppie siano tenute separate, tradizione o non tradizione. Il problema è che dobbiamo aspettare un tempo insopportabilmente lungo perché tutti gli eventi previsti abbiano luogo, e poi quando accadono, si svolgono tutti nello stesso modo. Ogni coppia viene dal padre. Lui è scioccato, infuriato. Si allontana e fa un lungo discorso con Dio, da una parte per il sì e dall’altra per il no. La battuta finale è che accetta il sarto e il marxista, ma si ferma al goy.
Nel frattempo, la rivoluzione sta spazzando il paese. Lo sappiamo perché un tizio con un giornale appare nel primo rullo e ce lo dice. Continua fino alla fine del film, quando gli ebrei vengono privati della loro terra e delle loro case e mandati in esilio: chi in Israele, chi a Chicago, e così via. Si allontanano in silhouette mentre il simbolico violinista continua a suonare. Egli rappresenta l’indomabile coraggio e sopportazione ebraica, naturalmente. Non sono del tutto sicuro che i giovani israeliani che hanno combattuto la Guerra dei Sei Giorni si identificherebbero con la sua accettazione, ma non importa.
Il problema di “Fiddler” è che è così fantasticamente lontano dalle radici della sua storia che potrebbe anche essere trasferito in Irlanda, dove i contadini potrebbero coltivare patate invece di mais. Non c’è niente di particolarmente ebraico in esso, tranne i costumi e le decorazioni del set (anche se la stessa parola “ebreo” si permette di insinuarsi una volta nelle oltre tre ore). Ogni gruppo etnico sulla Terra scrolla le spalle e ha un rapporto speciale con Dio ed è filosofico sulle cose e vuole che i suoi figli sposino la persona giusta nel modo giusto.