Le hole-in-one sono rare e, anche se l’abilità aumenta sicuramente la probabilità, c’è un grande elemento di fortuna. È tradizione che un giocatore che ha segnato un hole-in-one compri un giro di bevande per tutti al bar della clubhouse.
La rivista Time ha riportato 1.200 buche in uno fatte da golfisti americani nel 1922.
Un memorabile hole-in-one fu fatto nell’Open Championship del 1973 da Gene Sarazen a 71 anni. Earl Dietering di Memphis, Tennessee, che all’epoca aveva 78 anni, si ritiene detenga il record di persona più anziana ad aver fatto una hole-in-one due volte durante un round.
Durante il secondo round del torneo Martini International del 1971, tenutosi al Royal Norwich Golf Club in Inghilterra, John Hudson fece due hole-in-one consecutive. Al tee off, usando un ferro 4, alla buca 11, par tre, 195 yard, Hudson ha bucato il suo tee shot per una hole-in-one. Alla buca successiva, la dodicesima, par 4, in discesa, di 311 yard, e questa volta usando un driver, ancora una volta ha bucato il suo tee shot, per un altro ace. Si ritiene che questa sia l’unica volta che un giocatore ha segnato hole-in-one in buche consecutive in un importante torneo professionistico.
Nonostante la relativa rarità delle hole-in-one, ce ne sono state sei in totale nelle partite di Ryder Cup. Peter Butler ha segnato la prima nel 1973 a Muirfield, seguita da un intervallo di 20 anni prima che Nick Faldo segnasse una hole-in-one nel 1993. Due anni dopo, Costantino Rocca e Howard Clark entrambi segnato hole-in-one prima di un gap di 11 anni al 2006 ha visto Paul Casey e Scott Verplank entrambi hole out in uno sulla buca 14.
L’11 agosto 2016, Justin Rose girato un hole-in-one durante il primo turno del torneo di golf delle Olimpiadi estive 2016 a Rio de Janeiro, che è considerato il primo nella storia delle Olimpiadi. Per la buca da 189 yard 3 par, ha usato un ferro 7.
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