La guerra dei mormoni, altrimenti nota come guerra dello Utah o ribellione dei mormoni, descrive la violenza che circonda uno scontro armato tra i coloni mormoni nel territorio dello Utah e l’esercito statunitense, che dura dal marzo 1857 al luglio 1858. Le tensioni tra i seguaci del movimento dei Santi degli Ultimi Giorni (mormoni) e gli americani protestanti erano covate per due decenni, compresi gli intensi conflitti della guerra mormone del 1838 (altrimenti nota come guerra mormone del Missouri, che coinvolse David Rice Atchison come generale della milizia e che portò alla morte del fondatore del movimento, Joseph Smith Jr.) e la guerra mormone dell’Illinois del 1844-1846 (che portò all’esodo mormone verso il territorio dello Utah sotto la guida di Brigham Young).
Nella guerra mormone del 1857-1858 il presidente James Buchanan invia truppe statunitensi nel territorio dello Utah nella cosiddetta “spedizione dello Utah”. I mormoni, temendo una violenta persecuzione, si armano e occasionalmente si scontrano con i soldati statunitensi. Non ci sono vittime negli scontri con le forze statunitensi, ma in totale circa 150 persone muoiono violentemente nel conflitto, in particolare nel massacro di Mountain Meadows, che implica l’uccisione da parte dei mormoni di un numero compreso tra 100 e 140 migranti della carovana Baker-Fancher nello Utah meridionale, tra il 7 e l’11 settembre 1857. I vari fattori e le motivazioni che istigarono il massacro rimangono poco chiari, ma è degno di nota il fatto che all’incirca lo stesso numero di vite perse nella Guerra dei Mormoni che nell’era del “Bleeding Kansas”.
Anche l’apparente coinvolgimento del futuro bushwhacker del Missouri e famoso razziatore di Lawrence, Kansas, William Clarke Quantrill. Quantrill si reca nello Utah nella primavera del 1858 per rifornire le forze federali, e si suppone che faccia amicizia con guerriglieri sudisti e acquisisca il gusto per il banditismo, e un anno dopo torna in Kansas e si ritrova con i furfanti di frontiera del Missouri.
Anche questo è da notare.