Neuroscientifically Challenged

author
1 minute, 21 seconds Read

L’ippocampo è una struttura cerebrale che si pensa abbia un ruolo critico nella memoria. Anche se si sospetta che sia coinvolto nella memoria da un po’ di tempo, l’importanza dell’ippocampo in questo senso è stata solidificata nel ventesimo secolo dal caso di un paziente chiamato Henry Molaison. Molaison, che era conosciuto semplicemente come H.M. fino alla sua morte nel 2008 (per preservare il suo anonimato mentre era in vita), ha subito un intervento chirurgico per trattare una grave epilessia nei suoi ultimi venti anni. In quell’intervento, gran parte dei suoi ippocampi sono stati rimossi o danneggiati.

L’intervento ebbe successo nel controllare le crisi di Molaison, ma in seguito soffrì di una grave amnesia anterograda, il che significa che la sua capacità di formare nuovi ricordi era compromessa. Infatti, Molaison era completamente incapace di formare nuovi ricordi espliciti (ricordi che coinvolgono il ricordo cosciente di fatti o esperienze). Molaison conservava alcuni ricordi di prima dell’intervento – anche se i ricordi più vicini al momento dell’intervento erano meno stabili – e la sua memoria procedurale (memoria per procedure non coscienti come usare una forchetta o andare in bicicletta) era ancora funzionale. Ma a causa dei suoi deficit di memoria implicita, Molaison era costretto a vivere interamente nel presente; ogni giorno non portava alcun ricordo del giorno precedente.

Un altro paziente di nome Clive Wearing ha subito un danno all’ippocampo dopo un’encefalite, e vive con un deficit molto simile a quello di Molaison. È in grado di conservare le informazioni solo per circa 30 secondi prima che scompaiano, ma può ancora utilizzare la memoria procedurale per fare cose come suonare il pianoforte (vedi il video qui sotto).

Similar Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.