Adenomiosi
Definizione, prevalenza e cause
L’adenomiosi è una malattia benigna dell’utero in cui i tessuti che sono solitamente limitati all’endometrio (rivestimento interno dell’utero) si trovano all’interno del miometrio (lo strato muscolare dell’utero). L’adenomiosi colpisce più comunemente le donne tra i 40 e i 50 anni ed è associata ad una storia passata di parto. Circa l’80% delle donne con questo disturbo hanno partorito.
L’adenomiosi è anche associata ad altri disturbi uterini. Più dell’80% delle donne con adenomiosi hanno un’altra condizione anormale nell’utero; il 50% delle pazienti ha dei fibromi associati (tumori muscolari lisci benigni dell’utero), circa l’11% ha l’endometriosi (tessuto endometriale fuori dall’utero, più comunemente nelle ovaie), e il 7% ha polipi endometriali (escrescenze benigne di tessuto endometriale). I sintomi di queste condizioni associate spesso rendono difficile la diagnosi di adenomiosi.
Sintomi e diagnosi
Un tipico utero con adenomiosi è gonfio e allargato. I sintomi dell’adenomiosi includono sanguinamento uterino anormale e dolore pelvico. Circa il 60 per cento delle donne con adenomiosi sperimentano sanguinamento uterino anormale, e il 25 per cento sperimentano dismenorrea (dolore pelvico durante le mestruazioni).
La diagnosi può essere fatta solo dall’esame microscopico di campioni di tessuto uterino ottenuti durante l’intervento. L’ecografia pelvica o la risonanza magnetica pelvica possono suggerire la condizione ma non possono diagnosticarla positivamente.
Trattamento
L’unico trattamento definitivo per l’adenomiosi è l’isterectomia totale (rimozione chirurgica dell’intero utero). Gli agonisti del GnRH (ormone di rilascio delle gonadotropine) sono stati utilizzati in alcuni casi, con conseguente diminuzione temporanea delle dimensioni dell’utero, in amenorrea (cessazione del ciclo mestruale), e anche nella capacità di concepire. Sfortunatamente, la ricrescita dell’adenomiosi e la ricomparsa dei sintomi si verificano solitamente entro sei mesi dall’interruzione del trattamento con GnRH.
Polipi endometriali
Definizione e prevalenza
I polipi endometriali sono escrescenze in eccesso dell’endometrio (strato uterino più interno) nella cavità uterina.
La prevalenza dei polipi è stimata tra il 10 e il 24% delle donne sottoposte a isterectomia (rimozione chirurgica dell’utero) o a biopsia endometriale localizzata. I polipi endometriali sono rari tra le donne di età inferiore ai 20 anni. L’incidenza di questi polipi aumenta costantemente con l’aumentare dell’età, raggiungendo un picco nella quinta decade di vita e diminuendo gradualmente dopo la menopausa.
Sintomi e diagnosi
Il sintomo più frequente delle donne con polipi endometriali è la metrorragia (sanguinamento uterino irregolare e aciclico), che è riportato nel 50% dei casi sintomatici. Anche lo spotting post-mestruale è comune. I sintomi meno frequenti includono sanguinamento mestruale pesante, sanguinamento post-menopausale e sanguinamento di rottura durante la terapia ormonale. Nel complesso, i polipi endometriali rappresentano il 25% delle emorragie anormali nelle donne in premenopausa e postmenopausa.
I polipi endometriali sono spesso diagnosticati dall’esame microscopico di un campione ottenuto dopo una biopsia endometriale o dopo D&C (dilatazione e curettage), ma possono anche essere diagnosticati su un’ecografia o un’isteroscopia.
Trattamento
La maggior parte dei casi di polipi endometriali sono curati da un curettage approfondito. Tuttavia, la rimozione di polipi o di altre anomalie strutturali può essere mancata con un curettage alla cieca, quindi, la resezione guidata dall’isteroscopia è spesso utile.
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