Francesco Redi, (nato il 18 febbraio 1626, Arezzo, Italia-morto il 1 marzo 1697, Pisa), medico e poeta italiano che dimostrò che la presenza di vermi nella carne in putrefazione non deriva da generazione spontanea ma da uova deposte sulla carne dalle mosche.
Lesse nel libro sulla generazione di William Harvey una speculazione secondo cui i parassiti come insetti, vermi e rane non nascono spontaneamente, come si credeva allora, ma da semi o uova troppo piccoli per essere visti. Nel 1668, in uno dei primi esempi di esperimento biologico con controlli adeguati, Redi allestì una serie di beute contenenti carni diverse, metà delle beute sigillate e metà aperte. Poi ripeté l’esperimento ma, invece di sigillare i flaconi, ne coprì la metà con una garza in modo che l’aria potesse entrare. Anche se la carne in tutte le beute si putrefece, trovò che solo nelle beute aperte e scoperte, dove le mosche erano entrate liberamente, la carne conteneva vermi. Pur concludendo correttamente che i vermi provenivano dalle uova deposte sulla carne dalle mosche, Redi, sorprendentemente, credeva ancora che il processo di generazione spontanea si applicasse in casi come la mosca gallica e i vermi intestinali. Redi è conosciuto come poeta soprattutto per il suo Bacco in Toscana (1685; “Bacco in Toscana”).