Nel giugno 1996 fu introdotta la politica macroeconomica di crescita, occupazione e ridistribuzione (GEAR). La politica proponeva una serie di politiche a medio termine volte alla rapida liberalizzazione dell’economia sudafricana. Queste politiche includevano un allentamento dei controlli sui cambi, la privatizzazione dei beni statali, la liberalizzazione del commercio, la flessibilità “regolata” nei mercati del lavoro, severi obiettivi di riduzione del deficit, e politiche monetarie volte a stabilizzare il rand attraverso i tassi di interesse di mercato.
La politica del Gear mirava a rafforzare lo sviluppo economico sudafricano, aumentare l’occupazione, e ridistribuire il reddito e le opportunità socio-economiche a favore della popolazione povera. Gli obiettivi chiave della politica dell’ingranaggio erano: crescita economica del 6% entro l’anno 2000, crescita dell’occupazione superiore all’aumento della popolazione economicamente attiva, inflazione inferiore al 10%, un rapporto del risparmio interno lordo del prodotto interno lordo (PIL) del 12.5 per cento nell’anno 2000, allentamento dei controlli sui cambi e riduzione del deficit di bilancio al di sotto del 4 per cento del PIL.
Nel 1998, il governo sudafricano, sotto Nelson Mandela, annunciò l’intenzione di acquistare 28 aerei da combattimento BAE/SAAB JAS 39 Gripen dalla Svezia al costo di 10,875 miliardi di R, cioè 388 milioni di R (circa 65 milioni di dollari) per aereo. La Strategic Defence Acquisition del Dipartimento della Difesa sudafricano mirava a modernizzare il suo equipaggiamento di difesa, che includeva l’acquisto di corvette, sottomarini, elicotteri leggeri di utilità, addestratori da combattimento lead-in e aerei da combattimento leggeri avanzati. Tuttavia, The Arms Deal, come è stato successivamente conosciuto, è stato accusato di corruzione. Nel 2011, il presidente in carica Jacob Zuma ha annunciato una commissione d’inchiesta sulle accuse di frode, corruzione, scorrettezza o irregolarità negli appalti per la difesa strategica. La commissione era presieduta dal giudice Seriti, un giudice della Corte Suprema d’Appello e divenne nota come la Commissione Seriti.
Nel 1999, Mandela si ritirò dalla politica attiva. Fu chiamato ad aiutare a mediare accordi di pace in Burundi, nell’Africa centrale, servendo come mediatore. L’accordo di Arusha per la pace e la riconciliazione per il Burundi fu firmato il 28 agosto 2000, con il sostegno della Regional Peace Initiative (RPI) e della comunità internazionale. Successivamente, i processi di pace sono stati consolidati con la firma di due accordi di cessate il fuoco. Il primo di questi accordi è stato firmato il 7 ottobre 2002 tra il Governo di Transizione del Burundi (TGoB) e i partiti e movimenti politici armati del Burundi (APPM). Il secondo accordo, il 2 dicembre 2002, fu tra il TGoB e il CNDD-FDD di Pierre Nkurunziza.
In Sudafrica, Mandela perseguì la raccolta di denaro per il Nelson Mandela Children’s Fund. Lo faceva, tra l’altro, invitando i dirigenti d’azienda ad unirsi a lui nelle visite agli insediamenti di persone povere, dove chiedeva loro di fare donazioni, in particolare per scuole e aule. Tali strutture sono diventate note come i prodotti della “magia di Madiba”.