AVVERTENZE
L’ipersensibilità alla vitamina D può essere un fattore eziologico nei bambini con ipercalcemia idiopatica. In questi casi la vitamina D deve essere strettamente limitata.
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
PRECAUZIONI
Generale
Si deve valutare la somministrazione di vitamina D da alimenti fortificati, integratori alimentari, fonti di farmaci auto-somministrati e da prescrizione. Il dosaggio terapeutico dovrebbe essere riadattato non appena si verifica un miglioramento clinico. I livelli di dosaggio devono essere individualizzati e si deve prestare molta attenzione per evitare gravi effetti tossici. NEL RACHITISMO RESISTENTE ALLA VITAMINA D LA GAMMA TRA LE DOSI TERAPEUTICHE E TOSSICHE È STRETTA. Quando si usano alte dosi terapeutiche, i progressi devono essere seguiti con frequenti determinazioni del calcio nel sangue.
Nel trattamento dell’ipoparatiroidismo, può essere necessario somministrare calcio per via endovenosa, ormone paratiroideo e/o dihy-drotachysterol.
Il mantenimento di un livello di fosforo sierico normale mediante restrizione dietetica del fosfato e/o somministrazione di gel di alluminio come leganti intestinali del fosfato in quei pazienti con iperfosfatemia come spesso visto nell’osteodistrofia renale è essenziale per prevenire la calcificazione metastatica.
Il calcio dietetico adeguato è necessario per la risposta clinica alla terapia con vitamina D.
Proteggere dalla luce.
Carcinogenesi, mutagenesi, compromissione della fertilità
Non sono stati effettuati studi a lungo termine sugli animali per valutare il potenziale del farmaco in queste aree.
Gravidanza
Categoria di gravidanza C
Studi sulla riproduzione animale hanno mostrato anomalie fetali in diverse specie associate a ipervitaminosi D. Queste sono simili alla sindrome da stenosi aortica sopravalvolare descritta nei neonati da Black in Inghilterra (1963). Questa sindrome è stata caratterizzata da stenosi aortica sopravalvolare, facies elfica e ritardo mentale. Per la protezione del feto, quindi, l’uso di vitamina D in eccesso rispetto alla dose dietetica raccomandata durante la normale gravidanza dovrebbe essere evitato a meno che, a giudizio del medico, i potenziali benefici in un caso specifico e unico superino i rischi significativi coinvolti. La sicurezza in eccesso di 400 unità USP di vitamina D al giorno durante la gravidanza non è stata stabilita.
Madri che allattano
Si deve prestare attenzione quando l’ergocalciferolo (ergocalciferolo) viene somministrato a una donna che allatta. In una madre data grandi dosi di vitamina D, 25-idrossicolecalciferolo (ergocalciferolo) è apparso nel latte e ha causato ipercalcemia nel suo bambino. In questo caso è richiesto il monitoraggio della concentrazione di calcio nel siero dei neonati (Goldberg, 1972).
Uso pediatrico
Le dosi pediatriche devono essere individualizzate (vedi DOSAGGIO E AMMINISTRAZIONE).