S. MARGARET FULLER (1810 – 1850)
Dopo aver letto da bambina nella biblioteca paterna nel Massachusetts, Margaret Fuller studiò lingue classiche ed europee e filosofia a Cambridge. Lì divenne rapidamente il più giovane membro precoce dell’intellighenzia di Boston, facendo amicizia con il filosofo Ralph Waldo Emerson, la giornalista Harriet Martineau e l’educatore Bronson Alcott, che le offrì un posto di insegnante alla progressista Temple School. Istruttrice di talento, insegnò solo per pochi anni prima di trasferirsi con la madre e i fratelli in una casa in un sobborgo di Boston.
Una volta che Margaret Fuller si unì alle loro file, il gruppo di liberi pensatori bostoniani, precedentemente poco unito, formò il movimento Trascendentalista. A differenza dei sostenitori di una filosofia o religione dottrinale, i trascendentalisti sostenevano “una vita libera dello spirito libero” e cercavano di raggiungere la comprensione e la crescita personale attraverso le loro frequenti “Conversazioni”, in cui Margaret Fuller, un’oratrice energica e perspicace, giocava un ruolo chiave. Ha ospitato diverse serie di conversazioni monosessuali per offrire alle donne della sua cerchia l’opportunità di discutere argomenti come l’educazione, la religione, i diritti delle donne, la salute e l’arte. Facendo pagare una quota per la partecipazione, fu così in grado di sostenere la sua famiglia mentre perseguiva lo scambio di idee e le amicizie che considerava la sua vocazione più vera.
Nel 1840 pubblicò, con Emerson e altri, il primo numero della rivista trascendentalista The Dial, e contribuì regolarmente alla critica artistica e sociale sia al suo giornale che al New-York Daily Tribune di Horace Greeley. Produsse anche un diario di viaggio e un trattato femminista, Woman in the Nineteenth Century, prima di viaggiare in Europa nel 1845, dove l’instabilità politica del continente e il potenziale della rivoluzione repubblicana la eccitarono. In Italia incontrò e si innamorò di un giovane nobile di nome Angelo d’Ossoli, e si unì a lui come combattente per la libertà nella ribellione del 1849. Dopo il fallimento della lotta per il repubblicanesimo italiano, salparono con il loro bambino per gli Stati Uniti e, a poche ore dal porto di New York, una tempesta distrusse la nave. Il corpo del suo bambino fu portato a riva, ma Margaret Fuller non fu mai più vista.
Nel 1846, Edgar Allan Poe la descrisse nel suo “The Literati of New York City. No. IV,” in Godey’s Lady’s Book, v. 33, p. 74-75:
E’ di media altezza; niente di notevole nella figura; una profusione di capelli chiari e lucenti; occhi di un grigio bluastro, pieni di fuoco; fronte capiente; la bocca quando è in riposo indica profonda sensibilità, capacità di affetto, di amore – quando è mossa da un leggero sorriso, diventa persino bella nell’intensità di questa espressione; ma il labbro superiore, come se fosse spinto dall’azione di muscoli involontari, si solleva abitualmente, dando l’impressione di un ghigno.
Altri ritratti appaiono in:
John S. Hart, ed. Female Prose Writers of America (1852), piatto di fronte a p. 237.
Sarah J. Hale, ed. Woman’s Record (1853), p. 665; anche 1855 ed.
Mrs. Newton Crosland. Memorable Women (Boston, 1854), piatto che precede p. 321.
Evert A. and George L. Duyckinck, eds. Cyclopaedia of American Literature (1855), vol. 2, p. 526.
Abner D. Jones. The American Portrait Gallery (New York, 1855), p. .
Abner D. Jones, ed. The Illustrated American Biography, vol. 3 (1855), p. 487.
The Home: A Fireside Monthly Companion and Guide, vol. 2 (1856), p. 5
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