Tutti i soldi del mondo (2017)

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“Un Getty è speciale. Un Getty non è amico di nessuno”. J. Paul Getty (Christopher Plummer)
Se All the Money in the World di Ridley Scott fa bene qualcosa, mostra la banalità del crimine e della ricchezza, almeno per quanto riguarda il motivo del rapimento/riscatto. È la storia ispirata al rapimento di John Paul Getty III (Charlie Plummer) nel 1973, la resistenza di suo nonno a pagare la richiesta di riscatto delle Brigate Rosse italiane e lo sforzo eroico di sua madre, Gail Harris (Michelle Williams), per riportare in vita suo figlio.
Dopo aver faticato attraverso la tiepida storia di fondo (disarticolata a dir poco), la storia guadagna forza attraverso le passioni dei suoi protagonisti, entrambi i quali hanno forti sentimenti sul modo giusto di rispondere alla richiesta di riscatto di 17 milioni di dollari da parte dei rapitori. La mamma pagherebbe, considerando che il nonno è l’uomo più ricco che sia mai vissuto, e lui non vuole in linea di principio capitolare.
Ma potrebbe anche avere delle ragioni per negare il riscatto, una che pagando aprirebbe le cateratte dei rapimenti per gli altri suoi nipoti e un punto fatto più avanti ma comunque affascinante della storia sulla natura della fortuna dei Getty. Indipendentemente da ciò, il conflitto centrale della storia non è il rapimento ma la lotta tra patriarca e nuora per l’anima della famiglia e la liberazione di III.
Anche se il montaggio incrociato tra casa e rapitori è a volte stridente, il regista fa sentire il pubblico come se fosse presente al procedimento conflittuale. Cercare di capire perché il vecchio resiste al riscatto è una situazione difficilissima per dei genitori che non potrebbero fare altro che pagare, ma il pubblico può assistere alle discussioni come se fosse proprio lì tra gli attori.
La freddezza pervade questo film, come se Scott riuscisse a far sentire al pubblico la mancanza di calore del vecchio. Diverse scene lo mostrano davanti a grandi camini, evocando un ambiente alla Citizen Kane. Getty fa eco all’egocentrico, distaccato, solitario Charles Foster Kane.
Per la storia e la recitazione, All the Money in the World vale la pena di godersi questa stagione. Williams interpreta una madre risoluta e piena di risorse e Plummer infonde al Getty simile a Scrooge un’umanità che ci fa sentire come se fossimo con il vero magnate.
Il film è anche un racconto ammonitore sulla corruzione della ricchezza e le tenui relazioni familiari quando il denaro è l’attore principale. Vedetelo e siate felici della vostra piccola fortuna, che possono essere, spero, i vostri cari.

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