Nel 2016, un’affermazione che l’uso del farmaco da banco per il reflusso acido Zantac (ranitidina) aveva prodotto un risultato falso positivo per le metanfetamine è apparso sui social media; questa affermazione è riemersa di nuovo nel 2018.
Mentre l’affermazione suscitava l’interesse dei social media, non era nuova: la prospettiva di un falso positivo per le anfetamine dovuto a Zantac è stata discussa fin dalla fine degli anni ’80, quando fu introdotto sul mercato un test di laboratorio specifico per le anfetamine prodotto da una società chiamata Syva (ora parte del conglomerato tedesco Siemens AG). Questo test, chiamato EMIT® d.a.u. monoclonale, ha dimostrato di aver prodotto un singolo falso positivo in un breve rapporto del 1989.
In seguito a questo rapporto, i ricercatori hanno condotto uno studio su scala più ampia nel 1991 per indagare la possibilità di falsi positivi. Hanno concluso che, sebbene possibile, richiedeva circostanze estremamente specifiche:
Abbiamo confermato che la ranitidina può dare un risultato positivo con il test monoclonale EMIT d.a.u, ma questo si verifica solo con alti livelli di urina presenti in una piccola percentuale di pazienti entro un breve periodo di tempo dopo una dose di ranitidina.
Questi esempi sono, essenzialmente, irrilevanti, poiché il test Syva monoclonale EMIT® d.a.u è stato sostituito da una tecnologia più recente che non soffre di questo problema. Eppure, la questione dei possibili falsi positivi di Zantac/anfetamina è stata sollevata per un altro test – il Beckman Coulter Synchron AMPH – recentemente nel 2015. Un rapporto dell’Università di Pittsburgh School of Medicine ha concluso:
Il test Beckman Coulter AMPH è ancora soggetto a significative interferenze con la ranitidina, presumibilmente a causa della cross-reattività anticorpale, mentre il test Siemens EMIT II Plus è privo di tali interferenze.
Il possibile meccanismo dei falsi positivi, in entrambi i casi, non è la somiglianza chimica dello Zantac con le anfetamine, ma la presenza di reazioni involontarie tra lo Zantac e le sostanze chimiche destinate a interagire con le anfetamine, un problema noto come cross-reattività, che è descritto in una revisione del 2004 sull’argomento:
Sostanze che alterano la concentrazione misurabile dell’analita nel campione o alterano il legame anticorpale possono potenzialmente causare interferenze nel test. L’interferenza analitica è definita come l’effetto di una sostanza presente nel campione che altera il valore corretto del risultato.
Con queste informazioni in mente, valutiamo l’affermazione che lo Zantac causa falsi positivi per la metanfetamina una miscela perché, mentre rimane una possibilità che almeno un test sul mercato potrebbe plausibilmente produrre un falso positivo per le anfetamine da Zantac, le condizioni che richiedono un tale risultato sono rare e la maggior parte dei test non soffre di questo potenziale problema. Inoltre, il test che ha generato la maggiore attenzione in termini di potenziali falsi positivi non è più in uso regolare.