7 Lucky Charms dal Mediterraneo antico

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20 maggio, 2020 – 5 min read

Porta un po’ di fortuna nella tua vita nel modo antico. Questo è il secondo articolo della nostra serie di blog per il marchio di lifestyle e cultura mediterranea, Made in the Med.

“Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male.” – Eduardo De Filippo

“Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male” – È una citazione che coglie l’atteggiamento tipicamente italiano verso la superstizione. Quando ho detto alla mia amica siciliana che stavo scrivendo un articolo sul malocchio, ha esclamato: “Perché lo fai? Anche crederci porta male!”

Ma anche gli antichi romani erano superstiziosi, e con un impero che un tempo si estendeva su gran parte del Mediterraneo moderno – più l’influenza dell’Oriente e dell’Africa settentrionale – nuove credenze e oggetti venivano fatti circolare e passati di generazione in generazione.

Antichi amuleti trovati a Pompei, nel 2019. © Parco Archeologico di Pompei. Fonte The Telegraph.

Potresti avere familiarità con alcuni dei moderni portafortuna del Mediterraneo, o addirittura averne di tuoi, ma sapevi dei loro equivalenti antichi?

La “selenis” in greco o “lunula” in latino era un ciondolo a forma di luna crescente, indossato principalmente da donne e ragazze. Era un amuleto apotropaico (creduto per proteggere contro il “malocchio” o forze simili) e una delle forme geometriche più popolari per gli amuleti antichi sopravvissuti. Perché la luna? La fertilità e il ciclo mestruale erano comunemente legati al ciclo lunare nel mondo antico. La dea Artemide/Diana era anche associata alla luna e alla castità, rendendola una protettrice “adatta” per le donne.

A sinistra: Una lunula romana (British Museum) A destra: Dettaglio dall’Ara Pacis, Roma.

La Gorgone

La testa di Gorgone era un altro amuleto apotropaico popolare nella Grecia antica. Era ufficialmente chiamato “gorgoneion” e anche gli dei greci, Zeus e Atena, si dice abbiano indossato il ciondolo protettivo. Nella mitologia greca, una Gorgone era una creatura mitica raffigurata con uno sguardo frontale grottesco e serpenti per capelli. La più famosa, naturalmente, era Medusa – che poteva trasformare in pietra chiunque la vedesse.

Pendente Gorgoneion intagliato in onice, Roma¹.

Lo Scarabeo

L’immagine qui sotto mostra una sorprendente Gemma Scarabeo incisa con un carro a due cavalli e conducente.

Il J. Paul Getty Museum, Malibu

L’uso degli scarabei come amuleti può essere fatto risalire a oltre 5.000 anni fa! Gli antichi egizi associavano lo scarabeo al dio Sole (Ra) e all’idea di rinascita. Divenne associato alla fortuna, come dimostra il lato inferiore degli amuleti di scarabeo che spesso portano iscrizioni come “buona fortuna” “vita” o “salute”. Esistono esempi etruschi (come sopra) e furono usati come portafortuna da molte civiltà come i Persiani, i Macedoni, i Romani e i Fenici.

L’occhio

Il secondo amuleto egizio più comune (dopo lo scarabeo) era il cosiddetto occhio di Horus, che era un simbolo di protezione sia nella vita che nell’aldilà. Anche i Fenici produssero un gran numero di amuleti su ceramica blu che raffiguravano un occhio ingrandito, spesso sul fianco di un animale.

Questi occhi possono essere collegati al concetto di “occhio maligno”, che era diffuso nell’antico Mediterraneo e nel Vicino Oriente. Gli amuleti a forma di occhio erano un metodo per deviare lo sguardo ostile che poteva portare distruzione alle vittime innocenti. Alcuni antichi amuleti romani raffigurano addirittura il malocchio attaccato da altri simboli protettivi!

Sinistra: Amuleto d’oro, Roma c. II d.C. raffigurante un occhio attaccato da diversi animali (John Hopkins Archaeological Museum) Destra: Amuleto smaltato blu dall’antico Egitto (British Museum).

Corallo

Una caratteristica distintiva della collezione di gioielli di mia Nonna è il corallo rosso. Pensavo fosse una cosa napoletana, ma si scopre che il corallo è stato usato a lungo come gioiello protettivo e decorativo. Plinio il Vecchio sosteneva che il popolo dell’India credeva che il corallo fosse un buon conservante contro tutti i pericoli². Secondo Ovidio, il corallo rosso fu creato dal sangue della testa decapitata di Medusa che toccava le alghe, il che potrebbe aiutare a spiegare perché gli antichi romani lo usavano come portafortuna³. Anche la Chiesa non si oppose a questa particolare superstizione durante il Medioevo (a differenza dei falli, il prossimo) e Cristo è spesso ritratto con una protezione di corallo nell’arte rinascimentale.

Sopra: Particolare di Gesù bambino che indossa un pendente di corallo rosso nella Madonna di Senigallia di Piero della Francesca (1470).

Il fallo

Esempi gallo-romani del fascinum, quello in alto è un “pugno e fallo” (vedi sotto), in bronzo. Musee Saint Remi.

Gli antichi romani erano quasi ossessionati dal fallo eretto come amuleto. Si pensava che fosse particolarmente efficace contro il malocchio, in quanto scioccava o minacciava “l’invidioso” per fermare qualsiasi danno che stava per infliggere. Era pratica comune adornare i bambini con una collana di fallo, poiché i bambini erano particolarmente vulnerabili al malocchio. Un gran numero di questi amuleti sono stati trovati in ambra, oro, argento, bronzo, osso e vetro e molti sono alati. In latino, “fascinum” significa sia il malocchio stesso che il fallo che ti protegge da esso.

Il pugno o “mano di fico”

Il pugno o “manus ficus” è un amuleto affascinante e ancora oggi un gesto offensivo in alcune culture. L’amuleto a forma di pugno, con il pollice tra il primo e il secondo dito, è una comune rappresentazione antica della vulva. È spesso raffigurato come un parallelo del fallo, con presumibilmente gli stessi poteri protettivi contro il malocchio. Johns sostiene che la vulva, a differenza del fallo, era difficile da disegnare e quindi doveva essere raffigurata “simbolicamente piuttosto che realisticamente”⁴, ad esempio come un pugno chiuso o un fico.

Amuleto egizio di un primo pugno chiuso, periodo romano (Art Institute Chicago).

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