Professore all’Università del Maryland
Il principale interesse professionale del Dr. Carpenter è stata la malattia mentale grave, specialmente la schizofrenia. Il suo approccio alla cura e allo studio dei pazienti è nel contesto di un ampio modello medico che integra dati biologici, psicologici e sociali per quanto riguarda la diagnosi, il trattamento e l’eziologia. Ha dato contributi originali e fondamentali nella psicopatologia, nella metodologia di valutazione, nella sperimentazione di nuovi trattamenti e nell’etica della ricerca. È autore di oltre 400 articoli clinici e scientifici, capitoli di libri e libri. Il Dr. Carpenter ha fatto parte dei comitati editoriali degli Archives of General Psychiatry, Biological Psychiatry, il Journal of Nervous and Mental Disease, Neuropsychopharmacology, Psychiatry Research, Schizophrenia Research, ed è Editor-in-Chief dello Schizophrenia Bulletin. Ha presieduto il gruppo di lavoro sulle psicosi per il DSM-5, è stato direttore del Maryland Psychiatric Research Center per 36 anni, ed è membro dell’Institute of Medicine delle National Academies of Science.
Avoluzione nella schizofrenia: Un fallimento nel tradurre le informazioni di ricompensa in un comportamento motivato
L’involuzione è stata al centro del costrutto della schizofrenia fin dalle prime concettualizzazioni cliniche del disturbo, ed è un determinante principale del cattivo risultato funzionale che limita il successo sociale e lavorativo. Attualmente, non ci sono trattamenti approvati dalla FDA per l’avolizione nella schizofrenia, potenzialmente perché la base cognitiva e neurale di questa patologia non è ben compresa. L’attuale presentazione discute i recenti sviluppi nell’eziologia, nella valutazione e nel trattamento dei sintomi negativi della schizofrenia, adottando un approccio neuroscientifico traslazionale per spiegare la patologia avolizionale. Iniziamo fornendo una panoramica storica dell’avolizione nella schizofrenia, evidenziando le prime concettualizzazioni cliniche proposte da Kraepelin, Bleuler e Rado. Queste prime descrizioni sono in contrasto con le moderne visioni dei sintomi negativi che hanno avuto origine negli anni ’70 e che sono state ulteriormente raffinate negli anni 2000 con la Conferenza di consenso del NIMH sui sintomi negativi. Vengono discusse le questioni attuali nel concettualizzare e misurare la patologia dei sintomi negativi, inclusa la distinzione primaria vs. secondaria, se la struttura latente è continua o categorica, l’evidenza della multidimensionalità e dei 2 domini separabili dei sintomi negativi, e i recenti sviluppi nella valutazione dei sintomi negativi. Verrà anche esaminata la ricerca sull’elaborazione della ricompensa, che ha iniziato a fornire importanti intuizioni sui meccanismi cognitivi e neurali associati ai disturbi motivazionali nella schizofrenia. In particolare, saranno presentati dati su diversi aspetti dell’elaborazione della ricompensa che sono compromessi nella schizofrenia, tra cui: (1) sistemi dei gangli della base mediati dalla dopamina che supportano l’apprendimento del rinforzo e la capacità di prevedere gli indizi che portano a risultati gratificanti; (2) deficit guidati dalla corteccia orbitofrontale nel generare, aggiornare e mantenere rappresentazioni di valore; (3) aberrante sforzo-valore computazioni, che può essere mediato dalla corteccia cingolata anteriore interrotta e funzionamento dopamina midbrain; e (4) alterata attivazione della corteccia prefrontale, che è importante per la selezione delle azioni e la generazione di comportamenti esplorativi in ambienti dove i risultati di ricompensa sono incerti. Viene discusso un nuovo modello di neuroscienze affettive traslazionali per comprendere l’avolizione, che propone che le interazioni cortico-striatali aberranti possano essere un fattore comune alla base di queste varie anomalie di elaborazione della ricompensa che si manifestano clinicamente come avolizione.