[Il vaccino del vaiolo di Jenner alla luce della vaccinologia attuale]

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Duecento anni fa Edward Jenner inoculò James Phipps con la vaccinia e 181 anni dopo il vaiolo era scomparso dalla superficie della terra grazie alla vaccinazione generalizzata. Rispetto ai requisiti della moderna vaccinologia, le procedure utilizzate da Jenner e dai suoi successori, erano estremamente primitive a causa di una quasi totale mancanza di conoscenze nel campo della microbiologia e dell’immunologia. Il principio attivo del vaccino contro il vaiolo è il virus vaccinia, che per molti aspetti, differisce da quello del vaiolo naturale; il termine “vaiolo” è stato usato per più di un secolo e mezzo per designare il vaccino; sembra esso stesso un termine improprio, perché è molto probabilmente da un virus di roditori, che solo occasionalmente infetta i bovini o altre specie, specialmente i gatti. L’origine della vaccinia rimane dubbia, ma una spiegazione plausibile è che derivi dal vaiolo dei cavalli. Jenner era convinto di lavorare con un virus di origine equina, che veniva occasionalmente trasmesso dal cavallo alla mucca dal personale delle fattorie. Il vaiolo equino è ora completamente scomparso. Soprattutto durante i primi anni dopo la scoperta di Jenner, grande confusione fu causata da altre lesioni sulla mammella della mucca, che furono chiamate “vaiolo spurio”. Oggi sappiamo che queste lesioni potevano essere causate dai virus della stomatite papulare, pseudo-varicella o para-vaccinia (noduli del mungitore), herpes mammilitis e papillomatosi; non potevano essere differenziate da quelle del vaiolo o della vaccinia, inoltre le lesioni dovute a batteri o altre cause portavano anche confusione. Durante i primi ottant’anni il vaccino veniva trasferito quasi esclusivamente da braccio a braccio con i rischi inerenti a questa procedura; una delle ragioni per applicare questo metodo era la paura della “bestializzazione” che si pensava fosse legata all’uso di materiale di origine animale. Diverse contaminazioni sono state osservate come risultato dell’uso della procedura del braccio a braccio: il vaiolo è stato trasmesso, soprattutto all’inizio, perché le vaccinazioni venivano effettuate in un ambiente contaminato. La sifilide è stata diagnosticata in diversi paesi dopo l’uso del vaccino preso da pazienti affetti da sifilide. Almeno due focolai di epatite sono stati segnalati dopo l’uso di linfa umana contaminata. La trasmissione della tubercolosi o di quella che allora era designata come scrofolosi era improbabile, ma fu usata come uno dei principali argomenti contro la vaccinazione dagli antivaccinisti. Varicella e morbillo furono trasmessi di tanto in tanto con il vaccino e anche infezioni batteriche, come stafilococchi, streptococchi e.a. Dal punto di vista globale, tuttavia, il numero di contaminazioni rimase limitato rispetto al gran numero di vaccinazioni che furono eseguite. Un altro problema che i primi vaccinatori dovevano affrontare era quello del declino e della scomparsa dell’immunità dopo un certo numero di anni. Jenner e i suoi successori credevano che l’immunità dopo la vaccinazione sarebbe stata per tutta la vita come dopo la variolatura. Quando all’inizio del XIX secolo si verificarono sempre più rotture dell’immunità, questa osservazione portò a una confusione totale e ci vollero decine di anni di dibattiti e controversie prima che l’unica misura logica ed efficace, cioè la rivaccinazione, fosse generalmente accettata e attuata. Nell’ultimo terzo del XIX secolo la “linfa umana”, ottenuta con la vaccinazione da braccio a braccio, fu gradualmente sostituita ovunque dalla linfa animale, cioè dal vaccino prodotto sulla pelle degli animali, principalmente vitelli. Il fattore determinante del cambiamento fu il rischio di sifilide da vaccinazione. Ovunque furono creati istituti di vaccinazione, dove il virus della vaccinia veniva propagato sulla pelle dei vitelli. Il virus raccolto serviva ogni volta per l’inoculazione di vitelli freschi; questo comportava un aumento graduale del numero di passaggi che portava al possibile rischio di sovratenzione. Per evitare questo rischio, i passaggi nell’uomo, negli asini, nei conigli o in altre specie sono stati effettuati di tanto in tanto.

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